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Un'alta percentuale d'atleti ha subito almeno una volta una distorsione della caviglia. Le lesioni traumatiche sono molto comuni rappresentano circa il 25% dei traumi sportivi

ESERCIZI E TECNICE PER PREVENIRE E CURARE DISTORSIONI

 

Un'alta percentuale d'atleti ha subito almeno una volta una distorsione della caviglia. Le lesioni traumatiche sono molto comuni rappresentano circa il 25% dei traumi sportivi. Le sollecitazioni date dalla disciplina, con frequenti cambi di direzione ed arresti improvvisi fanno insorgere i rischi di traumi nell'articolazione. L'articolazione della caviglia svolge numerose funzioni fondamentali per la postura e la deambulazione. Questo complesso articolare è sottoposto a sollecitazioni di varia entità che raggiungono gradi d'intensità elevata durante l'attività agonistica. Con il termine caviglia s'intende una struttura ammattono funzionale che comprende la parte terminale della tibia e del perone con l'astragalo al centro dell'articolazioni prossimali tibio-astragalica e perroneo-astragalica, e distali come la sottoastragalica e mediotarsica. L'articolazione tibio-tarsica è stabilizzata da tre legamenti laterali: peroneo-astragalico anteriore e posteriore e peroneo-calcaneale e da uno mediale, vale a dire il deltoideo. La stabilità della caviglia dipende dalla posizione neutra dell'articolazione e dall'equilibrio delle articolazioni prossimali e distali. La stabilità meccanica è influenzata anche dall'equilibrio degli stabilizzatori dinamici, in altre parole i muscoli. Occorre rilevare che i legamenti non sono elementi anatomici inerti ma sono la sede dei recettori propriocettivi. Questi propriocettori emettono vari segnali provocando un'azione riflessa muscolare in grado di modificare il movimento. La propriocettività rappresenta il grado di controllo della stabilità delle strutture articolari. La sua funzione è quella di programmare a livello neuromotorio tutte le forme d'adattamento ai vari stimoli, percependo le informazioni derivanti dalla posizione del piede e dagli stimoli esterni che derivano dal terreno e dalla palla. La caviglia ha dunque un controllo intelligente, con una successione continua di dati e ordini che hanno come centralina di scambio questa struttura. Alla luce delle attuali conoscenze possiamo classificarli in base ai ruoli ed alle funzioni ben precise.

MOVIMENTO ARTICOLARE: corpuscoli di Pacini e terminazioni di Ruffini.

POSIZIONE ARTICOLARE: terminazioni di Ruffini.

TENSIONE LEGAMENTOSA: organuli del Golgi.

Trovandoci di fronte ad un infortunio occorre avere una diagnosi effettuata da personale qualificato. L'errore più frequente è quello di non dare importanza a questa patologia sottovalutandola o curandola in maniera scorretta. Risulta fondamentale analizzare il tutto con attenzione e con un iter riabilitativo personalizzato, in base alle caratteristiche dell'infortunio e dell'atleta. Nel caso della caviglia vi sono delle tappe da seguire per un lavoro qualitativo. Alla riduzione dei processi infiammatori ed alla successiva guarigione della lesione, fa seguito il recupero funzionale dell'articolazione della caviglia. L'iter riabilitativo prevede il recupero meccanico, vale a dire del movimento, e quello sensoriale che riguarda il senso di posizione ed il controllo. La ginnastica propriocettiva ha lo scopo di allenare i recettori analizzati precedentemente. Le lesioni capsulo-legamentose, o i traumi in genere, provocano un'alterazione dei segnali emessi dai recettori, con conseguente sensazione d'insicurezza da parte dell'atleta. Si crea una perturbazione di segnali dei recettori nervosi predisposti alla posizione. Questi recettori sono fondamentali per la conoscenza della posizione del piede durante la deambulazione o la corsa.

L'instabilità funzionale, cioè lo squilibrio della risposta muscolare riflessa, provoca ripetute ricadute causate appunto da un non controllo ottimale del piede. Occorre lavorare per restituire stabilità e forza alla caviglia.

Esercitazioni semplici che richiedono poco tempo ma che spesso sono ignorate o sottovalutate, vanno ad eliminare questo senso d'insicurezza. Queste esercitazioni oltre a coinvolgere la propriocezione, attivano o stimolano la coordinazione muscolare intesa come la capacità di controllare l'azione motoria intervenendo sui vari parametri: forza, potenza resistenza ecc.

Gli obiettivi di queste esercitazioni sono progressivi e graduali. Il primo passo è dato dal recupero della consapevolezza della posizione e del movimento, successivamente si recupera l'azione muscolare coordinata passando poi ai gesti atletici specifici ed ai miglioramenti della risposta posturale e d'equilibrio. La prima fase si ottiene Rieducando i recettori nervosi della caviglia grazie a dei piani instabili che sono mossi dal piede. I recettori avvertono la posizione instabile e stimolano il controllo riflesso della muscolatura che si adatta alla nuova posizione modificando l'appoggio. Prima da seduti poi con entrambi i piedi poi singolarmente. La costante ricerca di nuovi adattamenti si provoca con tavolette di scarico: cioè con dei piani della grandezza del piede o più grandi che avendo alla base una semisfera possono essere mossi in ogni direzione Potete crearvi queste tavole di lavoro tagliando a varie altezze delle sfere, ad esempio delle palline da tennis, ed incollandole su un piano delle dimensioni di un piede. Se venite da un infortunio iniziate a svolgere gli esercizi in scarico da seduti, ricercando lentamente il movimento. Durante l'esecuzione cercate di non guardare il piede e provate ad immaginare la sua posizione. In un secondo periodo passate a delle esercitazioni in appoggio, a piedi scalzi per stimolare i recettori, eseguendo vari tipi d'andature: camminate sui talloni, sulle punte, eseguendo delle rullate o su vari tipi di suolo ad occhi chiusi (tappeto, tappeto mosso, carta…), in salita e discesa. Nella terza fase passate all'esecuzione di saltelli, corda e piccoli salti laterali, skip per il controllo degli appoggi e la ricerca della coordinazione esecutiva. Mantenete le esercitazioni d'equilibrio durante tutti i periodi. Per ciò che concerne la forza, occorre rilevare che la caviglia non è provvista di muscoli propri ma vi sono solo tendini che dalla gamba s'inserzionano al piede. Risulta utile allenarsi con degli elastici da palestra, infilando la punta del piede in un elastico e tirando in direzione del ginocchio, ruotando prima verso l'esterno e poi verso l'interno e in avanti cambiando ogni volta la disposizione dell'elastico. Eseguite 3 serie da 12 ripetizioni per ogni esercizio con un recupero di circa un minuto.

Le esercitazioni propriocettive svolgono un'importante funzione preventiva diminuendo notevolmente la possibilità d'infortuni e di ricadute.

 

Queste esercitazioni possono essere fatte svolgere agli atleti anche durante gli allenamenti o, dando loro dei piani di lavoro da svolgere individualmente. Occorre ricordare che un miglioramento di questa capacità incide notevolmente anche sotto l'aspetto tecnico, poiché si provoca una sensibilizzazione migliore con un aumento del controllo e dell'esecuzione di gesti specifici.

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